Fotovoltaico agricolo: gli incentivi per il 2022

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Lo scorso 23 marzo 2022 è stato pubblicato l’avviso sugli incentivi Parco Agrisolare, a disciplinare l’erogazione di contributi per gli operatori del settore agricolo che investono in impianti fotovoltaici.

Cerchiamo dunque di riassumere quali siano gli obiettivi di questi incentivi, a quanto ammontano e chi ne può fare valida richiesta.

Incentivi fotovoltaico agricolo 2022

L’obiettivo principale del bando che prevede i nuovi incentivi per il fotovoltaico agricolo è quello di ridurre l’impatto ambientale complessivo della filiera agroalimentare. Per arrivare a tale finalità, si vuole agevolare la realizzazione e l’installazione degli impianti fotovoltaici sulla superficie dei tetti di edifici ad uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, oltre che quelli che sono dedicati alla ricezione e all’ospitalità agrituristica.

Non stupisca il riferimento espresso al tetto, fin da questa fase di introduzione. Una previsione non certo casuale, considerato che tra gli obiettivi del bando che introduce le agevolazioni vi è anche quello di evitare il consumo del suolo e, dunque, di indurre i beneficiari dei vantaggi previsti a installare gli impianti fotovoltaici agricoli solo ed esclusivamente sulle superficie già occupate dagli edifici in cui si svolge la propria attività di impresa.

Chi può richiedere gli incentivi per gli impianti fotovoltaici agricoli

I benefici degli incentivi per gli impianti fotovoltaici agricoli possono essere richiesti da:

  • Imprenditori agricoli professionali in forma individuale o organizzati in forma societarie
  • Imprese agroindustriali
  • Cooperative agricole, cooperative e consorzi agricoli

A quanto ammonta il contributo

Per ognuno dei beneficiari del bando la spesa ammissibile ad agevolazione è pari a 1.000.000 euro, IVA esclusa, con spesa massima per singolo progetto pari a 750.000 euro, sempre IVA esclusa.

All’interno di questi massimali per beneficiario e progetto esistono alcuni limiti invalicabili di cui tenere conto nella progettazione dei propri investimenti. In particolar modo, il bando prevede che l’investimento massimo ammissibile sugli interventi riconosciuti sia pari a 1.500 euro per kWp (kilowatt picco), esclusa l’eventuale quota per la sistemazione del tetto (comprensiva delle attività di rimozione e smaltimento amianto, isolamento termico, coibentazione). Ulteriori agevolazioni fino a euro 1.000 kWh sono previsti per l’installazione dei sistemi di accumulo. In ogni caso, il contributo complessivamente corrisposto per i sistemi di accumulo non può eccedere i 50.000 euro.

In aggiunta a ciò, se sono installate anche delle colonnine di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile e per le macchine agricole, allora potrà essere riconosciuto – ad integrazione dei massimali sopra indicati – anche un nuovo benefit per una spesa fino a un limite massimo ammissibile ulteriore di 1.000/Kw.

Tutto ciò premesso, sugli investimenti ammessi e realizzati è riconosciuto un contributo a fondo perduto pari al 40% della spesa massima, con un incremento del 20% nel caso in cui il richiedente sia un giovane agricoltore, un agricoltore che ha avviato la sua attività entro i cinque anni precedenti la data di presentazione della domanda, o si stia effettuando un investimento in zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, o ancora del 20% per le piccole imprese, del 10% per le medie imprese e del 15% per gli investimenti effettuati nelle zone assistite che soddisfano le condizioni di cui all’art. 107, par. 3, lett. a) del Trattato.

Infine, nel caso di imprese che sono localizzate in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, il contributo a fondo perduto viene innalzato nella misura del 50% delle spese ammissibili, con un incremento di 10 punti percentuali rispetto all’aliquota che è riconosciuta per la generalità delle regioni.

Quali spese sono ammissibili a contributo

Gli interventi agevolati devono prevedere l’installazione degli impianti fotovoltaici che hanno una potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 500 kWp.

Per le aziende agricole di produzione primaria, gli impianti fotovoltaici sono ammissibili agli aiuti solo se l’obiettivo è quello del soddisfacimento delle necessità energetiche dell’azienda e se la loro capacità produttiva non supera il consumo medio annuo di energia elettrica dell’azienda agricola, compreso quello della famiglia. La vendita di energia elettrica è pur sempre consentita nella rete a patto che sia rispettato il limite di autoconsumo annuale.

Più nel dettaglio, le spese ammissibili includono una lunga lista di voci:

  • progettazione, asseverazione e altre spese professionali richieste dal tipo di lavori, comprese quelle relative all’elaborazione e presentazione dell’istanza
  • spese per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, se presente sul tetto su cui installare l’impianto fotovoltaico
  • fornitura e messa in opera dei materiali necessari per la realizzazione degli interventi
  • demolizione e ricostruzione delle coperture
  • installazione dei moduli fotovoltaici, degli inverter, dei software per la gestione, degli ulteriori componenti dell’impianto, dei sistemi di accumulo, delle colonnine di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile e le macchine agricole
  • direzione dei lavori
  • costi di connessione dell’impianto alla rete.

In aggiunta all’acquisto e all’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici strumentali all’attività agricola, zootecnica e agroindustriale, possono essere altresì eseguiti i seguenti interventi:

  • rimozione e smaltimento dell’amianto dai tetti, effettuate evidentemente da aziende che sono specializzate e autorizzate ad effettuare simili attività
  • realizzazione dell’isolamento termico dei tetti, con determinazione delle motivazioni che supportano la scelta del grado di coibentazione previsto in riferimento alle specifiche destinazioni produttive del fabbricato
  • realizzazione di un sistema di areazione connesso alla sostituzione del tetto, con indicazione delle modalità di areazione previste in ragione della destinazione produttiva del fabbricato.

Entro quanto realizzare l’investimento

Stando a quanto previsto dal regolamento che disciplina l’introduzione di queste agevolazioni, l’investimento deve essere realizzato entro il termine di 18 mesi dal giorno della comunicazione di ammissione a contributo.

Quando e come presentare le domande di accesso ai contributi

I termini e le modalità di presentazione dei contributi di cui al Parco Agrisolare saranno dettagliati in un prossimo bando in corso di predisposizione.

FAQ – Incentivi Parco Agrisolare

Abbiamo di seguito riepilogato alcune delle domande più frequenti sugli incentivi per gli impianti fotovoltaici agricoli. Ci rendiamo naturalmente disponibili a rispondere a dei quesiti più specifici, mediante contatto diretto con i nostri specialisti.

A quanto ammonta l’agevolazione

L’agevolazione è costituita da un contributo a fondo perduto pari a:

–         50% per le Regioni del Sud

–         40% per le altre regioni.

È inoltre prevista una maggiorazione del 20% per:

–         giovani agricoltori e agricoltori che si sono insediati nei cinque anni precedenti la data della domanda di aiuto

–         investimenti collettivi, come ad esempio gli impianti di magazzinaggio usati da un gruppo di agricoltori o impianti di condizionamento dei prodotti agricoli per la vendita

–         investimenti in zone soggette a vincoli naturali o altri vincoli di cui all’art. 32 del regolamento UE n. 1305/2013.

Gli incentivi sono cumulabili?

Si, l’incentivo è cumulabile con altri benefit in conto capitale o in conto energia, nei limiti previsti dalle norme in materia di aiuti di Stato.

Cosa finanzia l’agevolazione?

L’intervento principale e obbligatorio finanziabile è l’acquisto e la posa in opera di pannelli fotovoltaici, sui tetti dei fabbricati, con potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 500 kWp.

Di fianco a tale intervento obbligatorio è poi possibile cumulare interventi facoltativi di riqualificazione ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture, come:

–         rimozione e smaltimento dell’amianto dai tetti, in linea con quanto disposto dalla normativa nazionale vigente. La procedura deve essere svolta unicamente da ditte specializzate, iscritte nell’apposito registro;

–         realizzazione dell’isolamento termico dei tetti. È fondamentale allegare una relazione tecnica del professionista abilitato, che dovrà descrivere e giustificare la scelta del grado di coibentazione previsto in ragione delle specifiche destinazioni produttive del fabbricato, anche al fine di migliorare il benessere animale;

–         realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto (c.d. intercapedine d’aria). Anche in questo caso è fondamentale allegare una relazione del professionista che possa dare conto delle modalità di aereazione previste in ragione della destinazione produttiva del fabbricato; a ogni modo, il sistema di areazione dovrà essere realizzato mediante l’installazione di un tetto ventilato con camini di evacuazione dell’aria, anche al fine di migliorare il benessere animale.

Chi può richiedere il bonus

Il bonus può essere richiesto da imprenditori agricoli in forma individuale o societaria, imprese agroindustriali, cooperative e consorzi agricole. Sono esclusi i soggetti esonerati dalla tenuta della contabilità IVA con volume d’affari annuo inferiore a 7.000 euro.

Quali sono i limiti di spesa

Gli interventi ammessi all’agevolazione devono prevedere l’installazione di impianti fotovoltaici con potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 500 kWp fino a un massimo di 1.500 euro/kWp e fino a ulteriori 1.000 euro/kWp in caso di installazione di sistemi di accumulo.

Se vengono installate colonnine di ricarica, il limite massimo è di 1.000 euro/kW secondo gli importi individuati nel bando. Per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto il limite massimo ammissibile è di 700 euro/kWp.

In ogni caso, la spesa massima ammissibile per ogni singolo progetto non può eccedere 750.000 euro, con un ulteriore limite di 1.000.000 euro per singolo soggetto beneficiario.

Quali sono le regioni maggiormente agevolate dai contributi?

Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna sono le regioni che possono godere di un’agevolazione maggiorata, con aliquota del 50% rispetto al 40% delle altre regioni.

Quali sono le agevolazioni per i giovani agricoltori?

Le aliquote di aiuto sono ulteriormente incrementate del 20% per i giovani agricoltori o per gli agricoltori che si sono insediati nei cinque anni precedenti la data della domanda di aiuto.

Le stesse agevolazioni sono riconosciute per gli investimenti collettivi, come impianti di magazzinaggio utilizzati da un gruppo di agricoltori o impianti di condizionamento dei prodotti agricoli per la vendita, e per gli investimenti in zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici ai sensi dell’articolo 32 del regolamento (UE) n. 1305/2013.

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LA REDAZIONE

Salve a tutti! Sono Oreste Piras, titolare di MP Impianti Tecnologici. Oggi MP Impianti è un'azienda molto apprezzata nel settore pubblico e privato, con un focus sulla consulenza energetica per l'esecuzione di lavori, la fornitura di materiali, la manutenzione e l'assistenza di impianti.
Ho iniziato a fare questo mestiere più di 20 anni fa, quando ho aperto la mia prima azienda. Da allora, mi sono dedicato a imparare tutto quello che potevo sulla produzione di energia: è stato un viaggio incredibile!